Emmaus Fiesso Umbertiano

Un fragile equilibrio che può diventare una grande forza

Un fragile equilibrio che può diventare una grande forza

Impressioni dall’assemblea mondiale di Jesolo

Non tut­ti san­no cos’è fare sto­ne piling . Ho avu­to la for­tu­na di impa­ra­re da un ami­co, Alessandro, que­sto ‘gio­co’, sco­pren­do poi che noi di Emmaus ne sia­mo abi­li pra­ti­can­ti. Quest’arte di met­te­re in equi­li­brio i sas­si, sfi­dan­do la rigi­da rego­la del­la gra­vi­tà, ci rega­la costru­zio­ni impos­si­bi­li, che al veder­le, così sta­bi­li e leg­ge­re, si rima­ne sem­pli­ce­men­te incre­du­li; il solo ammi­rar­le lan­cia però una sfi­da a chiun­que a cimen­tar­si. Pare che nel riu­sci­re a costruir­ne una, si viva un ina­spet­ta­to stu­po­re, entu­sia­smo, gra­ti­fi­ca­zio­ne, come se una sfi­da impos­si­bi­le diven­tas­se in un solo momen­to una vit­to­ria rea­le e ine­vi­ta­bil­men­te con­di­vi­sa. E ora pen­sa­te per un momen­to di ritro­var­vi una set­ti­ma­na inte­ra libe­ri da ogni impe­gno, se non quel­lo di incon­tra­re 450 per­so­ne, che come voi han­no gli stes­si inte­res­si, le stes­se pas­sio­ni e che pro­ven­go­no dai quat­tro ango­li del­la Terra. Africa, Asia, America ed Europa. Dire che ero feli­ce è poco, mi sono sen­ti­ta mol­to ric­ca. Questa è sta­ta l’Assemblea mon­dia­le del movi­men­to Emmaus che si è tenu­ta a Jesolo dal 18 al 23 apri­le scor­si. Per me, che per la pri­ma vol­ta dopo vent’anni di impe­gno quo­ti­dia­no ho incon­tra­to tut­te que­ste per­so­ne che han­no cam­mi­na­to con me sul­la stes­sa stra­da, ha qual­co­sa di straor­di­na­rio. La sten­ta­ta cono­scen­za del­la lin­gua spa­gno­la non ha fre­na­to la voglia di cono­sce­re chi via via avvi­ci­na­vo, maga­ri con la scu­sa di invi­tar­li alla visi­ta nel­la nostra comu­ni­tà o facen­do le ine­vi­ta­bi­li e pro­fi­cue code per la men­sa o per ricon­se­gna­re le cuf­fie del­la tra­du­zio­ne simul­ta­nea; e il cono­sce­re por­ta a rico­no­scer­si, que­sta la cosa più gran­de. Un momen­to, que­sto dell’Assemblea, mol­to for­te, con­si­de­ran­do la fati­ca del­la real­tà che stia­mo viven­do, in cui tut­to del­la nostra socie­tà è fal­li­men­to: la schia­vi­tù eco­no­mi­co-finan­zia­ria, la vio­len­za dei con­flit­ti, la ric­chez­za con­cen­tra­ta nel­le mani di pochi, la distru­zio­ne dell’ambiente. Eppure qual­co­sa di straor­di­na­rio in ognu­na di que­ste per­so­ne che lavo­ra­no con digni­tà, che non si abbat­to­no, ha pro­dot­to pro­po­ste con­cre­te sui temi che tan­to ci coin­vol­go­no. Tanti sono gli impe­gni pre­si a par­ti­re dall’analisi del­le azio­ni fat­te negli ulti­mi quat­tro anni, impe­gni che ognu­no di noi si è ripor­ta­to a casa con deter­mi­na­zio­ne: lo svi­lup­po di atti­vi­tà eco­no­mi­che soli­da­li, il rispet­to dei dirit­ti fon­da­men­ta­li per tut­te e per tut­ti attra­ver­so un lavo­ro dal bas­so, la dife­sa dei beni comu­ni, la libe­ra cir­co­la­zio­ne del­le per­so­ne, il rispet­to dell’ambiente. Con la voglia di met­ter­si in rete con chiun­que sen­ta que­sti obiet­ti­vi come un biso­gno rea­le. Un gran­de sto­ne piling fat­to di sas­si pesan­ti come le nostre diver­si­tà cul­tu­ra­li, i nostri limi­ti e le risor­se non infi­ni­te. Ma insie­me ai pic­co­li anfrat­ti, smus­sa­tu­re o imper­fe­zio­ni qua­si invi­si­bi­li del­le pie­tre, come sono le nostre pic­co­le capa­ci­tà, espe­rien­ze e par­ti­co­la­ri­tà, ci dan­no la pos­si­bi­li­tà di imma­gi­na­re, inven­ta­re e crea­re costru­zio­ni. Così come nel­la pesan­tez­za dei sas­si tra­scen­do­no le leg­gi del­la fisi­ca, pos­sia­mo inven­ta­re solu­zio­ni nuo­ve e costrui­re stra­de non anco­ra imma­gi­na­te, ma reali.
Angela Pasini

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